Dopo anni passati a ribadire che i video brevi rappresentano l’identità stessa di Instagram, qualcosa sembra muoversi. La piattaforma di Meta non esclude più del tutto l’idea dei contenuti long-form e, parallelamente, promette un cambiamento profondo nel modo in cui gli utenti potranno influenzare ciò che vedono nel proprio feed.
A riaprire il dibattito è stato Adam Mosseri, capo di Instagram, durante un’intervista a Semafor. Stando alle sue dichiarazioni, l’azienda continua a ritenere che i video brevi funzionino meglio per mantenere varietà e ritmo all’interno dell’app, ma allo stesso tempo ammette che questa impostazione potrebbe non essere definitiva.
“Potrebbe darsi che avremo bisogno di contenuti premium per funzionare”, ha spiegato Mosseri. “Potrebbe darsi che avremo bisogno di video long-form”. Un’affermazione che segna un cambio di tono rispetto al passato, quando Instagram aveva più volte indicato YouTube come la piattaforma naturale per i contenuti lunghi e ad alta produzione.
Il contesto è quello di un ecosistema video sempre più competitivo. YouTube spinge con forza verso formati lunghi e sempre più simili alla televisione tradizionale, mentre Instagram continua a basarsi su Reels e contenuti rapidi. Secondo Mosseri, oggi i video lunghi “non funzionano” sull’app, ma le abitudini degli utenti e le esigenze dei creator potrebbero imporre una revisione di questa strategia nel tempo.
Accanto al tema dei formati video, Instagram sta lavorando anche su un altro fronte particolarmente sensibile: il controllo dell’algoritmo. Negli ultimi mesi Meta ha introdotto una funzione chiamata “Your Algorithm”, pensata per rispondere alle critiche di chi sostiene che il feed non rifletta più le persone e i contenuti realmente seguiti.

Questa funzione mostra agli utenti un riepilogo degli interessi che l’algoritmo ritiene prioritari e consente di intervenire direttamente, indicando quali argomenti si desidera vedere più o meno spesso, in particolare all’interno dei Reels. Si tratta di un livello di trasparenza ancora raro nel panorama dei social network, ma secondo Mosseri è solo un primo passo.
L’obiettivo dichiarato è arrivare a un’esperienza che consenta agli utenti di “modellare attivamente” il proprio feed, in modo percepito come “fondamentalmente diverso” rispetto a oggi. Mosseri parla di un’interazione più diretta con i sistemi di raccomandazione, quasi come “toccare il metallo”, ovvero intervenire senza mediazioni per dire chiaramente cosa si vuole vedere, approfondire o creare.
Nonostante le promesse, i tempi non saranno brevi. Instagram avverte che potrebbero servire dai due ai quattro anni per arrivare a una reale trasformazione del feed e degli strumenti di controllo. Un orizzonte lungo, che riflette sia la complessità tecnica degli algoritmi sia la cautela con cui Meta sembra voler procedere.
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