Google torna a stuzzicare Apple con un nuovo episodio della sua serie pubblicitaria #BestPhonesForever, questa volta puntando il dito contro le novità di iOS 26.
Nel nuovo video, l’azienda di Mountain View accusa Apple di aver semplicemente riproposto su iPhone tre funzioni che sugli smartphone Pixel sono realtà da anni. Al centro della polemica ci sono le funzioni Traduzione in tempo reale, Hold Assist e Call Screening.
Il video ha la forma di un finto podcast tra un iPhone e un Pixel 9 Pro. La conversazione si svolge tra toni ironici e battute. L’iPhone annuncia con entusiasmo la funzione di traduzione automatica per i messaggi di testo, ma il Pixel ribatte prontamente di averla già dal 2021, quando è stata introdotta su Pixel 6.
L’iPhone replica stupito, mentre il Pixel sottolinea che non si tratta affatto di una coincidenza.
Il botta e risposta si ripete quando l’iPhone cita le nuove funzioni Hold Assist e Call Screening, strumenti che Google rivendica come pionieristici. Hold Assist permette di attendere in linea al posto dell’utente durante le chiamate, avvisandolo quando l’operatore risponde, una funzione già lanciata nel 2020 sui Pixel 3 con il nome Hold for Me. Call Screening, invece, risale addirittura al 2018 e consente al telefono di gestire in autonomia le chiamate sospette o indesiderate.
La pubblicità di Google non si limita a un’accusa tecnica, ma gioca anche sul tono, alternando ironia e sarcasmo. La questione divide la rete tra chi la trova divertente e chi invece la giudica eccessiva o poco elegante. Resta il fatto che Google mette in evidenza una tendenza ormai consolidata: molte delle innovazioni più celebrate da Apple sono state testate o addirittura consolidate nel mondo Android.
Non manca una riflessione più ampia. Nel settore degli smartphone, l’ispirazione reciproca è una costante, con funzioni che passano da una piattaforma all’altra nel giro di pochi anni.
Se questa volta Google ha voluto sottolineare i propri primati, anche Android, nel corso degli anni, ha integrato idee nate in casa Apple, alimentando una competizione che resta viva e spesso sorprendente.
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