Negli ultimi anni abbiamo visto la Commissione Europea intensificare il proprio lavoro sul Digital Markets Act con l’obiettivo di regolamentare i comportamenti dei grandi player digitali. Apple e Google sono finite più volte al centro delle indagini e oggi il quadro sembra delinearsi in modo sorprendente.
Stando a quanto riportato da Reuters, infatti, l’UE avrebbe iniziato a usare i cambiamenti introdotti da Apple nell’App Store come punto di riferimento nell’indagine sul Play Store.
Una scelta che fino a poco tempo fa sarebbe parsa improbabile, soprattutto se pensiamo alla multa da 500 milioni di euro inflitta proprio ad Apple all’inizio dell’anno, una sanzione che l’azienda sta ancora contestando. Ci troviamo quindi in una fase in cui le modifiche introdotte dalla società di Cupertino non vengono più viste come insufficienti ma come un possibile standard.
Secondo le fonti citate da Reuters, Google sarebbe a rischio di una multa significativa se non introdurrà ulteriori modifiche alle regole del Play Store per garantire un accesso più equo agli sviluppatori. Gli aggiornamenti annunciati in estate non basterebbero a soddisfare i requisiti del DMA.
“Le modifiche introdotte ad agosto per facilitare agli sviluppatori la possibilità di indirizzare gli utenti verso altri canali e scegliere un modello di commissioni non sono ancora sufficienti”, riporta Reuters.
Sempre secondo la testata, i regolatori europei considerano ora la nuova architettura dell’App Store di Apple come parametro di riferimento nelle discussioni interne. È un ribaltamento della narrativa a cui eravamo abituati e segnala come le autorità stiano cercando un modello concreto per rendere applicabile il DMA.

La situazione è tutt’altro che semplice perché sia Apple sia Google hanno proposto sistemi articolati per gestire modalità alternative di distribuzione, pagamento e commissioni. Eppure l’UE sembra guardare con maggiore favore al pacchetto presentato da Apple.
Il motivo potrebbe essere legato al fatto che le modifiche del produttore di iPhone sono arrivate dopo mesi di confronto serrato con le autorità, mentre gli aggiustamenti di Google appaiono ancora troppo limitati. Tra questi ricordiamo la riduzione della “commissione iniziale” dal 10 al 3% e le novità sul modello a due livelli per gli acquisti in app.
La Commissione, tuttavia, ritiene che non sia abbastanza. Reuters spiega che Google conserva la possibilità di evitare la sanzione se deciderà di presentare ulteriori cambiamenti prima che la procedura si concluda, un passaggio atteso entro il primo trimestre del prossimo anno.































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