Secondo un nuovo report di Counterpoint Research, l’aumento dei prezzi della memoria DRAM potrebbe avere un impatto significativo sulle spedizioni globali nel 2026, ma non tutte le aziende partiranno dallo stesso livello di solidità. Apple, insieme a Samsung, risulterebbe tra i produttori meglio attrezzati per affrontare questa fase complessa.
Stando alle nuove proiezioni di Counterpoint, le spedizioni globali di smartphone nel 2026 potrebbero calare del 2,1%. Una revisione netta rispetto alle stime precedenti, che parlavano di una crescita contenuta dello 0,45%. Alla base di questo cambio di scenario c’è una carenza di memoria che ha già fatto salire i costi dei componenti tra il 10% e il 25%.
Il problema nasce dalle scelte dei produttori di chip, sempre più orientati a destinare le linee produttive alla memoria avanzata per i server dedicati all’intelligenza artificiale, a scapito della DRAM più “tradizionale” usata negli smartphone. Una dinamica che, secondo gli analisti, continuerà almeno per tutto il 2026.
In questo contesto, Counterpoint individua chiaramente chi parte avvantaggiato. Come spiega l’analista senior Yang Wang, “Apple e Samsung sono le aziende meglio posizionate per affrontare i prossimi trimestri”. Il motivo è duplice: margini più ampi e una catena di fornitura molto più solida rispetto a quella di molti concorrenti.
Marchi cinesi come Honor e Oppo, al contrario, rischiano di subire l’impatto maggiore, soprattutto nella fascia bassa del mercato. Qui i costi dei componenti sarebbero già aumentati del 20–30% dall’inizio del 2025, lasciando poco spazio di manovra tra mantenimento dei prezzi e salvaguardia dei margini.
Secondo le stime di Counterpoint, nel 2026 il prezzo medio globale degli smartphone potrebbe aumentare del 6,9%. Alcuni produttori potrebbero reagire riducendo altre specifiche, come fotocamere meno avanzate o tagli di memoria inferiori, oppure spingendo i consumatori verso modelli più costosi.

Tuttavia, Apple sembra avere un margine di manovra più ampio. Gli analisti ritengono che l’azienda possa assorbire l’aumento dei costi della DRAM almeno nel breve periodo, senza ricorrere subito a ritocchi dei prezzi al dettaglio. Una strategia resa possibile dalle dimensioni della sua supply chain e dalle riserve finanziarie di cui dispone.
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