Nelle scorse settimane abbiamo visto circolare la notizia di un errore che ha dell’incredibile: MediaWorld ha venduto alcuni iPad Air da 13 pollici a 15 euro ai clienti con carta fedeltà. Non si è trattato di un acquisto annullato sul nascere, perché i pagamenti sono andati a buon fine, gli ordini online sono stati elaborati e, nei negozi, i prodotti sono stati consegnati direttamente nelle mani degli acquirenti.
Wired racconta che tutto è iniziato l’8 novembre, quando l’offerta è apparsa sul sito di MediaWorld. Il prezzo visualizzato era di 15 euro invece degli abituali 869. Non c’erano avvisi, non comparivano note a piè di pagina e nessuna condizione particolare lasciava intendere un errore. La procedura di acquisto è filata liscia anche online, tanto che diversi clienti hanno ricevuto l’iPad come se fosse un normale ordine. Come riporta la testata, la percezione generale era riassunta in un commento chiaro:
“Nessun trucco, nessun inganno”.
La parte più sorprendente della vicenda è che l’azienda si sarebbe accorta dell’errore soltanto undici giorni dopo. A quel punto ha inviato una semplice email, non una comunicazione formale tramite posta certificata, dichiarando che il prezzo pubblicato era “chiaramente errato”. Nel messaggio venivano proposte due strade: pagare quasi l’intero importo dell’iPad, con uno sconto di 150 euro, oppure restituire il prodotto in cambio del rimborso dei 15 euro e di un buono da 20 euro.
Dal nostro punto di vista, riteniamo che la tempistica e la modalità di comunicazione abbiano ulteriormente complicato la situazione. Come sottolineato da Wired, i termini e le condizioni di vendita non includevano alcuna clausola che escludesse gli errori di prezzo. Questa omissione è significativa, poiché le note sono solitamente utilizzate per prevenire situazioni simili.

MediaWorld ora si appoggia a un principio generale del diritto contrattuale italiano: un contratto può essere annullato se l’errore è talmente evidente da essere considerato “palese”. Tuttavia un avvocato citato nell’articolo di Wired spiega che la questione non è affatto banale. Le promozioni nel settore tech sono così numerose e spesso così aggressive, sostiene il legale, che per un normale consumatore potrebbe non essere così chiaro se un prezzo straordinariamente basso sia frutto di una campagna di marketing o di un errore.
In più, la mancanza di una comunicazione formale rende il procedimento ancora più fragile. A questo punto diventa complesso stabilire se l’azienda abbia davvero il diritto di annullare unilateralmente la vendita o se invece debba assumersi le conseguenze dell’errore.
Al momento non è chiaro quale sarà l’esito della vicenda. Molti clienti sembrano intenzionati a non rispondere all’email di MediaWorld e a trattenere gli iPad fino a quando non arriveranno comunicazioni più chiare.












































































































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