Stando alle nuove dichiarazioni di Geoffrey Hinton, uno dei tre “godfathers” dell’intelligenza artificiale, il futuro dell’AI potrebbe diventare molto più cupo di quanto immaginato finora. Abbiamo seguito il suo intervento durante la conversazione pubblica con Bernie Sanders alla Georgetown University, occasione in cui Hinton ha ribadito una visione nettamente pessimista sugli effetti dell’AI sulla società.
Le sue parole non sono nuove, ma questa volta appaiono ancora più nette. Hinton ritiene che la prossima ondata di automazione sarà diversa da tutte quelle viste finora e non genererà nuove opportunità lavorative per chi perderà il proprio impiego.
Hinton ha spiegato che la velocità dello sviluppo dell’intelligenza artificiale sta superando qualsiasi precedente trasformazione tecnologica. E di fronte al pubblico ha pronunciato frasi difficili da ignorare.
“Gli individui che perderanno il proprio impiego non avranno altre opportunità di inserimento lavorativo”, ha affermato, secondo quanto riportato da Business Insider. “Nel caso in cui l’Intelligenza Artificiale raggiungesse un livello di intelligenza paragonabile a quella umana, o superiore, le attività svolte dagli esseri umani potrebbero essere eseguite dalla IA.”
Abbiamo notato come Hinton non si sia limitato a una previsione generica. Ha anche commentato il comportamento dei miliardari che guidano il settore:
“Questi tizi stanno davvero scommettendo sul fatto che l’AI sostituirà molti lavoratori”.
Hinton è riconosciuto come il pioniere delle reti neurali profonde e del deep learning, tecnologie che hanno rivoluzionato il campo dell’intelligenza artificiale, aprendo la strada ai modelli generativi attuali. Il suo contributo all’avanzamento della ricerca nel campo dell’intelligenza artificiale è stato riconosciuto con il prestigioso Turing Award nel 2018, insieme a Yoshua Bengio e Yann LeCun. Tuttavia, proprio lui è diventato negli anni la voce più critica riguardo ai potenziali rischi dell’AI.
Durante il dialogo con Sanders, Hinton ha richiamato un problema apparentemente banale ma spesso ignorato: se l’AI dovesse sostituire lavoratori a ritmi insostenibili, chi comprerebbe più i prodotti delle aziende tecnologiche?
Ha spiegato che Elon Musk, Mark Zuckerberg e Larry Ellison non hanno davvero “pensato al fatto che se i lavoratori non vengono pagati, non c’è nessuno che compri i loro prodotti”.
Un’osservazione che mette in evidenza una contraddizione profonda: un’economia iper-automatizzata rischia di compromettere i presupposti stessi del capitalismo.

Hinton non è nuovo a dichiarazioni forti. Già nel 2023 aveva ammesso di pentirsi del proprio lavoro dopo aver lasciato Google e aveva sostenuto che non sarebbe “inconcepibile” un futuro in cui l’umanità venga spazzata via dall’AI.
Nello stesso periodo aveva anche rivisto al ribasso le stime sull’arrivo di una intelligenza artificiale generativa:
“Fino a poco tempo fa pensavo che avremmo avuto un’intelligenza artificiale generale tra 20 e 50 anni. Ora penso che potrebbero essere 20 anni o meno”.
Adesso le sue affermazioni si spingono anche oltre. Hinton sostiene che modelli recenti come GPT-5 “sanno già migliaia di volte più di noi“. Un’affermazione che molti esperti contestano, ricordando che “sapere” non equivale a “comprendere”.
Un altro passaggio del suo intervento ha riguardato il possibile impiego di robot e agenti AI in ambito militare. Hinton ha avvertito che l’uso di macchine autonome potrebbe eliminare la perdita di vite umane tra i soldati, uno dei principali ostacoli alle invasioni internazionali.
“Penso che rimuoverà una delle principali barriere che impediscono ai paesi ricchi e potenti di invadere piccoli paesi come Grenada”, ha detto a Sanders.























































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