Negli ultimi mesi abbiamo percepito un cambio di ritmo molto netto nel settore dell’intelligenza artificiale generativa. Da una parte Google ha presentato Gemini 3 Pro, che secondo diversi benchmark supera ChatGPT in più test. Dall’altra parte Anthropic continua ad attirare grandi clienti aziendali con Claude. In questo contesto sempre più competitivo, Sam Altman ha dichiarato internamente un “codice rosso”, confermando quanto la situazione venga considerata delicata all’interno di OpenAI.
Secondo The Information, Altman avrebbe detto ai dipendenti che l’azienda deve concentrarsi immediatamente sul miglioramento dell’esperienza ChatGPT. Nel memo interno, il CEO avrebbe sottolineato la necessità di una personalizzazione più profonda per ogni utente, di un salto qualitativo nella generazione di immagini e di un comportamento del modello più veloce, coerente e affidabile. L’obiettivo è evitare che ChatGPT “rimanga indietro” rispetto alla concorrenza.
In questo scenario, la decisione che ha colpito di più è la sospensione del lavoro sugli annunci pubblicitari. I piani erano trapelati pochi giorni prima, e includevano test su formati che avrebbero introdotto pubblicità nelle richieste di shopping online. Altman, però, ha chiarito che ogni attività legata alla pubblicità viene spostata in secondo piano. Sono stati congelati anche i progetti di agenti dedicati allo shopping e lo sviluppo di Pulse, l’assistente più proattivo e personalizzato che OpenAI stava testando.
Nel frattempo, Nick Turley, responsabile di ChatGPT, ha ribadito agli impiegati quella che sembra la nuova linea guida dell’azienda: rendere ChatGPT più capace, crescere in modo costante ed estendere l’accesso globale, cercando allo stesso tempo di far sì che il servizio risulti più intuitivo e personale. Una direzione che conferma la volontà di evitare qualsiasi distrazione rispetto al miglioramento concreto del prodotto.
Un altro elemento interessante arriva dalla promessa di un nuovo modello di reasoning in uscita la prossima settimana. Secondo valutazioni interne, sarebbe già “davanti a Gemini 3”, anche se resta da capire fino a che punto questo vantaggio verrà percepito anche dagli utenti finali. La reale sfida, infatti, non è soltanto tecnica, ma riguarda la capacità di rendere l’esperienza quotidiana di ChatGPT più fluida e affidabile rispetto alle alternative.
Il quadro generale suggerisce una priorità molto chiara. OpenAI non è ancora profittevole, quindi la sua forza dipende in modo diretto dal numero di utenti attivi. Una fuga verso Google o Anthropic complicherebbe la possibilità di attrarre investimenti e rallenterebbe l’intero percorso di sviluppo. Per questa ragione la scelta di sospendere la pubblicità suona come un tentativo di proteggere la base utenti prima che una mossa percepita come invasiva possa spingerli verso servizi alternativi.
Per chi utilizza ChatGPT ogni giorno, tutto questo dovrebbe tradursi in un servizio più rapido, più preciso e più personalizzabile, almeno nelle intenzioni dichiarate. Resta da vedere quanto velocemente OpenAI riuscirà a trasformare queste promesse in miglioramenti tangibili, in un momento in cui il settore si muove con un’accelerazione costante.

















































































































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