La beta di macOS Tahoe 26 è ancora in fase di test, ma c’è già un aspetto estetico che sta facendo discutere tutta la community: FinderGate.
L’icona del Finder, storico simbolo del Mac, è stata modificata da Apple in modo che ha fatto storcere il naso a molti. Non solo è stata “glassificata” per adattarsi alla nuova interfaccia, ma ha anche invertito i suoi colori tradizionali, con il lato chiaro a sinistra e quello scuro a destra. Uno stravolgimento che ha subito acceso le polemiche.
Tra i primi a lanciare l’allarme c’è stato Stephen Hackett, che ha sottolineato come il “lato oscuro” sia sempre stato a sinistra:
“So di suonare vecchio e pignolo, ma Apple deve fare marcia indietro”.
E in effetti, nella Developer Beta 2, Apple ha ripristinato l’ordine storico invertendo nuovamente i lati. Hackett ha commentato con ironia la novità:
“Il nostro incubo nazionale di 14 giorni è finito”.
Ma la storia non finisce qui. Perché, sebbene il bilanciamento tra chiaro e scuro sia tornato corretto, l’icona continua a non convincere tutti. A puntare il dito questa volta è John Gruber, che nota un problema più profondo:
“Il problema non riguarda solo il contrasto chiaro/scuro. È che non è più 50/50. La parte destra sembra incollata sopra una tessera blu. Non è il logo del Finder”.
Insomma, anche nella nuova versione, qualcosa non torna. È qui che entra in gioco Michael Flarup, designer che aveva già intuito la tendenza “in vetro” del futuro macOS fin dal 2021. Flarup ha ridisegnato l’icona del Finder, mantenendo sia il nuovo stile grafico introdotto da Apple che l’equilibrio storico tra le due metà del volto.
“Penso che questa sia decisamente migliore. Preserva l’effetto vetro necessario alla nuova interfaccia utente, ma ripristina l’equilibrio”, ha scritto Flarup presentando il suo concept.
La sua proposta è diventata subito virale. Tanto che in molti si chiedono: perché non dovrebbe essere Apple a pagarlo e adottare la sua versione?
Leggi o Aggiungi Commenti