Stiamo assistendo a una fase di trasformazione profonda ai piani alti di Apple. L’azienda ha annunciato l’uscita di due figure centrali degli ultimi anni: Katherine Adams, Senior Vice President e General Counsel, e Lisa Jackson, vicepresidente per Environment, Policy and Social Initiatives. È un cambiamento che si inserisce in un processo già in corso e che sta ridefinendo la struttura interna in modo sempre più evidente.
Secondo quanto comunicato, Lisa Jackson si ritirerà a fine gennaio 2026, mentre Kate Adams lascerà Apple verso la fine dello stesso anno. Nel mezzo di questo passaggio, Apple ha confermato l’arrivo di Jennifer Newstead, che diventerà General Counsel il 1° marzo 2026. Newstead porta con sé un bagaglio di esperienza notevole, avendo ricoperto in passato il ruolo di consulente legale del Dipartimento di Stato americano e, più recentemente, quello di Chief Legal Officer di Meta.
Apple ha spiegato che la struttura interna verrà riorganizzata gradualmente. L’area Government Affairs, oggi sotto la responsabilità di Jackson, passerà temporaneamente a Katherine Adams, che la guiderà fino al suo ritiro. Successivamente sarà Jennifer Newstead a prenderne il controllo, assumendo anche il ruolo di senior vice president e consolidando così la nuova configurazione dell’ufficio legale. Le iniziative ambientali e sociali, invece, faranno direttamente riferimento al Chief Operating Officer Sabih Khan, in un assetto pensato per preservare continuità e visione strategica.
Tim Cook ha accompagnato l’annuncio con parole molto chiare sul contributo delle due dirigenti. Su Kate Adams ha ricordato che “è stata parte integrante dell’azienda per gran parte dell’ultimo decennio, avendo fornito consigli fondamentali e difeso sempre il diritto dei clienti alla privacy e il diritto di Apple di innovare”. Ha aggiunto di essere “incredibilmente grato per la leadership che ha dimostrato, per la sua determinazione su questioni complesse e, soprattutto, per la sua mente strategica e il suo prezioso supporto”.

Riguardo a Lisa Jackson, Cook ha sottolineato che “è stata determinante nell’aiutarci a ridurre le emissioni globali di oltre il 60% rispetto ai livelli del 2015” e che ha svolto “un ruolo chiave nei rapporti con i governi di tutto il mondo, sostenendo gli interessi dei nostri utenti e i nostri valori, dall’educazione alla privacy”.

Questi due addii si aggiungono a una lunga serie di uscite eccellenti che abbiamo visto susseguirsi negli ultimi mesi. Soltanto nell’ultima settimana, Apple ha confermato il ritiro di John Giannandrea, responsabile di Machine Learning e AI Strategy, previsto per la primavera 2026, e la partenza di Alan Dye, che guiderà un nuovo studio di design in Meta.
A novembre ha lasciato anche Jeff Williams, storico COO, e prima ancora aveva salutato Luca Maestri, CFO dell’azienda. È un quadro che alimenta un interrogativo ormai ricorrente: quanto durerà ancora l’era Tim Cook e quale nuova linea di leadership emergerà nei prossimi anni?
Dal nostro punto di vista, questo momento rappresenta una soglia importante. Quando un’azienda perde così tante figure chiave in un arco temporale ristretto, non si tratta soltanto di cambiamenti organizzativi ma di una ridefinizione culturale. Apple sta attraversando una fase in cui i rapporti con le istituzioni, la strategia ambientale e la gestione della privacy assumono un peso crescente nel panorama tecnologico globale. Per questa ragione, la scelta delle nuove figure che guideranno questi ambiti diventa cruciale per capire quali saranno le priorità della prossima Apple.
Ora resta da vedere come la nuova struttura riuscirà a integrarsi con l’evoluzione dei prodotti e delle politiche interne. Di fronte a un mercato che richiede scelte sempre più trasparenti, responsabili e coerenti, la continuità di valori potrebbe rivelarsi la risorsa più preziosa.

































































































































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