La notizia del blocco di FaceTime ha iniziato a circolare mentre diversi utenti di Mosca segnalavano chiamate fallite e messaggi “Utente non disponibile”. Le autorità hanno spiegato che la piattaforma avrebbe aiutato criminali a organizzare attacchi e frodi in tutto il Paese, ma nessun caso concreto è stato presentato a sostegno di questa versione.
L’impressione, e molti utenti lo hanno fatto notare, è che si tratti dell’ennesimo tentativo di limitare strumenti che il governo non può controllare.
FaceTime utilizza la crittografia end-to-end e questo impedisce alle autorità di vedere contenuti e dettagli delle conversazioni. È proprio questa caratteristica ad aver alimentato i sospetti di chi osserva la politica digitale russa, perché ogni tecnologia che riduce la visibilità delle agenzie governative viene percepita come un rischio. È lo stesso motivo che negli ultimi anni ha portato a restrizioni su WhatsApp, a pressioni su Telegram e a interventi sempre più decisi contro VPN e altri servizi simili.
Apple non ha commentato la situazione e non è chiaro se abbia ricevuto richieste formali prima dell’entrata in vigore del blocco. Nel frattempo, gli utenti stanno passando a ciò che continua a funzionare, e fra tutte le alternative disponibili la favorita è MAX, l’app statale che il governo sta promuovendo da mesi e che molti temono offra ben meno garanzie in termini di privacy. MAX segue le norme locali sulla gestione dei dati e si integra perfettamente con l’infrastruttura di sorveglianza del Paese, una caratteristica che spiega la rapidità con cui il suo utilizzo sta crescendo.

La mossa si inserisce nel percorso intrapreso dalla Russia dal 2022, un processo che ha ridisegnato l’ecosistema digitale nazionale privilegiando servizi domestici e allontanando gradualmente quelli occidentali. L’obiettivo, dichiarato più volte, è ridurre la dipendenza da piattaforme straniere e controllare direttamente gli strumenti di comunicazione, una strategia che negli ultimi mesi ha portato anche al blocco di Roblox con la motivazione di “contenuti estremisti”.
Il blocco di FaceTime colpisce soprattutto famiglie e aziende che usavano le chiamate criptate di Apple per comunicare senza timori. La perdita dell’app obbliga a trovare alternative che non possono offrire lo stesso livello di protezione. È una scelta che ha implicazioni profonde, perché riduce la disponibilità di canali sicuri proprio mentre il dibattito globale sulla cifratura diventa sempre più acceso.
Molti governi sostengono di avere bisogno di accesso speciale ai servizi criptati per motivi investigativi, mentre esperti di sicurezza ricordano che ogni backdoor finisce inevitabilmente per diventare una vulnerabilità sfruttabile da chiunque.
















































































































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