Jony Ive, il leggendario ex Chief Design Officer di Apple, è tornato a parlare pubblicamente in un’intervista rara e intensa durante la Stripe Sessions 2025.
In un’ora di conversazione con Patrick Collison, co-fondatore di Stripe, Ive ha condiviso riflessioni profonde sul suo percorso in Apple, sulla filosofia che ha guidato la creazione dei prodotti più iconici dell’era moderna e sulla sua attuale avventura con il collettivo di designer LoveFrom.
Tutto è iniziato con un Macintosh.
“Fu un momento trasformativo”, ha ricordato Ive parlando del suo primo incontro con il Mac da studente nel Regno Unito. Secondo Ive, quella macchina rifletteva chiaramente i valori dei suoi creatori. “Quello che creiamo è una testimonianza di chi siamo”, ha spiegato, riprendendo anche una celebre espressione di Steve Jobs che definiva il Mac come “una bicicletta per la mente”. Fu proprio quell’incontro a spingerlo a trasferirsi in California nei primi anni ’90.
Entrato in Apple nel 1992 dopo un breve periodo da consulente, Ive ha rapidamente scalato le gerarchie fino a guidare il team di Industrial Design, firmando il design dell’iMac, dell’iPod, dell’iPhone e dell’Apple Watch. Ma secondo lui, la vera forza di Apple non stava solo nei prodotti, bensì nella cultura aziendale. “Ogni venerdì mattina, uno di noi cucinava la colazione per il team”, ha raccontato. Questi piccoli rituali, apparentemente banali, servivano in realtà a rafforzare empatia e coesione. “Creavamo per gli altri, non per noi stessi”, ha affermato. Questo approccio si rifletteva nella cura maniacale che veniva infusa in ogni dettaglio dei prodotti.
Un esempio? Le confezioni. “Quando progetti la linguetta di un cavo dentro la scatola, sai che milioni di persone interagiranno con quel gesto. È un modo per mostrare rispetto”, ha raccontato, sottolineando come anche la più piccola decisione facesse parte di un’etica più ampia: quella della cura.
Anche in questo citava spesso Steve Jobs, ricordando una sua frase che per lui rimane un faro creativo:
“Puoi esprimere gratitudine verso la specie attraverso ciò che crei”.
Oggi, a sei anni dalla sua uscita da Apple, Ive guida LoveFrom, lo studio fondato nel 2019 insieme all’amico e collaboratore di lunga data Marc Newson. Sebbene l’attività del collettivo resti in gran parte riservata, alcuni progetti hanno già fatto parlare di sé, come l’identità visiva per l’incoronazione di Re Carlo III. Il gruppo è composto da designer, ma anche musicisti, tipografi e creativi di ogni disciplina. Il loro approccio è olistico e la loro missione è chiara: creare opere che elevino sinceramente la condizione umana.
Ma Ive non è cieco di fronte alle sfide della tecnologia moderna. Anzi, ha lanciato un monito:
“Anche se hai buone intenzioni, se ciò che crei genera conseguenze negative, devi assumerti la responsabilità”.
Secondo lui, il mondo della tecnologia sta dimenticando qualcosa di essenziale: la gioia.
“Nella Silicon Valley e nella nostra industria, penso che la gioia umana si sia persa. E spesso la si confonde con la banalità”, ha affermato con tono critico.
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