La Banca Centrale Europea ha tracciato la rotta definitiva per l’euro digitale, fissandone il debutto al 2029. Dopo due anni di sperimentazioni e consultazioni, il Consiglio direttivo della BCE ha annunciato l’avvio della nuova fase operativa, che porterà la moneta unica nell’era digitale.
La decisione, resa pubblica il 30 ottobre 2025, arriva su impulso dei leader europei, che durante il recente Vertice dell’UE hanno chiesto di accelerare i progressi verso una forma digitale dell’euro.
A dirla tutta, non si tratta di una criptovaluta né di un sostituto delle banconote, ma di un mezzo di pagamento elettronico garantito dall’Eurosistema, pensato per affiancare il contante e renderne accessibili le funzionalità nel mondo virtuale.
L’obiettivo della BCE è offrire a cittadini e imprese uno strumento digitale universale, gratuito e accessibile, anche senza connessione internet, e allo stesso tempo rafforzare la sovranità monetaria europea in un contesto dominato dai giganti privati dei pagamenti digitali come Visa, Mastercard, Apple Pay e Google Pay.
Negli ultimi dieci anni, infatti, i pagamenti elettronici sono cresciuti a doppia cifra, trainati dalla diffusione degli smartphone e dai cambiamenti nelle abitudini dei consumatori. Ma questa evoluzione ha portato con sé una forte dipendenza da infrastrutture extraeuropee. L’euro digitale mira quindi a costruire una rete pubblica dei pagamenti, sicura e interoperabile, che mantenga i dati e il controllo economico all’interno dell’Unione.
Come ha sottolineato Christine Lagarde, Presidente della BCE:
“L’euro, la nostra moneta comune, è un segno di fiducia e di unità europea. Lavoriamo per rendere la sua forma più tangibile pronta per il futuro, riprogettando e modernizzando le banconote e preparandoci al contante digitale.”
L’euro digitale sarà custodito in un portafoglio elettronico (wallet), gestito da banche e intermediari autorizzati ma sempre sotto la garanzia diretta della BCE. Potrà essere utilizzato sia online sia offline per micropagamenti quotidiani o per trasferimenti tra privati, senza costi per l’utente.
Nelle intenzioni dell’Eurosistema, il wallet potrà essere impiegato anche per i pagamenti verso la pubblica amministrazione, contribuendo a ridurre il divario digitale e assicurando parità di accesso in tutti i Paesi membri.
Uno dei nodi principali resta la tutela della privacy. I cittadini dovranno poter contare sul fatto che le loro transazioni restino riservate, evitando che la nuova moneta si trasformi in uno strumento di sorveglianza.
La BCE sta valutando limiti alle transazioni e soglie massime di deposito per bilanciare privacy, stabilità del sistema bancario e contrasto al riciclaggio. Inoltre, la sicurezza informatica sarà un pilastro: il sistema dovrà garantire resilienza e continuità operativa, anche in caso di blackout o attacchi informatici.
L’esperienza maturata con le criptovalute ha mostrato i vantaggi delle tecnologie distribuite (DLT), ma anche i rischi che comportano. Per questo, la BCE intende adottare un modello ibrido che unisca la robustezza dei sistemi centralizzati alla flessibilità dei registri distribuiti.
Il nuovo sistema non mira a sostituire gli operatori privati, ma a completare l’ecosistema dei pagamenti. L’idea è che banche e fintech restino i principali canali di distribuzione, integrando i wallet digitali con i servizi esistenti.
Come ha spiegato Piero Cipollone, membro del Comitato esecutivo della BCE:
“Non è solo un progetto tecnico, ma uno sforzo collettivo per adeguare il sistema monetario alle esigenze future. L’euro digitale garantirà ai cittadini i vantaggi del contante anche nell’era digitale, rafforzando la resilienza del sistema e riducendo i costi per i commercianti.”
Dopo la fase preparatoria avviata nel 2023, l’Eurosistema entra ora nel vivo dello sviluppo tecnico e normativo. Se il regolamento europeo sull’euro digitale sarà approvato nel 2026, i test pilota e le prime operazioni sperimentali potrebbero partire già nel 2027, con la piena operatività prevista per il 2029.
I costi di sviluppo stimati fino alla prima emissione ammontano a 1,3 miliardi di euro, mentre i costi operativi annuali successivi al lancio dovrebbero aggirarsi intorno ai 320 milioni di euro, coperti dall’Eurosistema, analogamente a quanto avviene per la produzione delle banconote.
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