Apple e le altre big tech possono considerarsi al sicuro, almeno per ora. La Commissione Europea ha deciso di fare marcia indietro sulla tanto discussa tassa digitale, inizialmente pensata per tassare in modo più equo le grandi aziende del settore tecnologico che generano profitti nel mercato europeo senza una presenza fisica nei Paesi membri.
A rivelarlo è Politico, che ha avuto accesso a una bozza interna della Commissione, redatta la scorsa settimana, in cui vengono elencate le possibili fonti di entrata per il prossimo bilancio settennale dell’Unione, che coprirà il periodo dal 2028 al 2035. Tra queste, non compare più la digital services tax, proposta che fino a maggio era ancora ufficialmente sul tavolo. L’assenza del provvedimento è tutt’altro che casuale. La tassa era stata concepita come uno strumento per riequilibrare il contributo economico delle piattaforme digitali al mercato europeo, ma il suo ritiro viene ora letto come una mossa strategica in vista delle delicate trattative commerciali in corso tra Bruxelles e Washington.
Secondo quanto riferito da Politico, la decisione sarebbe legata direttamente al tentativo di evitare frizioni con gli Stati Uniti, che avrebbero visto nella tassa un attacco diretto alle imprese americane del settore tech. Apple, tra le aziende più esposte, era considerata uno dei principali bersagli del provvedimento, proprio per la sua capacità di generare ricavi significativi sul territorio europeo pur mantenendo la propria base operativa al di fuori dell’UE.
Nel nuovo scenario delineato dalla Commissione, la digital tax è stata sostituita da proposte alternative che mirano comunque a garantire nuove entrate per il bilancio comunitario, ma attraverso strade diverse e potenzialmente meno conflittuali sul piano geopolitico. Tra queste, si prevede una nuova tassazione su grandi aziende con un fatturato superiore ai 50 milioni di euro annui nell’Unione, soglia che include comunque colossi come Apple. Tuttavia, per diventare effettive, tutte le misure dovranno essere approvate all’unanimità dai 27 Stati membri, condizione che lascia spazio a numerose incognite politiche.
Il testo definitivo con le proposte per il bilancio UE 2028–2035 verrà pubblicato mercoledì 16 luglio. Intanto, Apple può considerare questo sviluppo come una vittoria diplomatica, almeno momentanea. Ma se sul piano fiscale la pressione sembra allentarsi, l’ambiente normativo europeo resta tutt’altro che morbido per la società di Cupertino. Le autorità dell’UE continuano infatti a monitorare l’azienda in base al Digital Markets Act, che ha già imposto interventi drastici su App Store, browser e sistemi di pagamento.
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