Il clima tra Meta e Apple si fa sempre più teso. A confermare le frizioni ormai radicate tra le due big tech è stato lo stesso Mark Zuckerberg, che in una lunga intervista concessa a Stratechery ha parlato apertamente del difficile rapporto con Apple e delle conseguenze che le sue politiche restrittive sulle app hanno avuto sul modello di business di Facebook.
L’occasione è stata la prima edizione della LlaamaCon, la nuova conferenza per sviluppatori organizzata da Meta, dove Zuckerberg ha incontrato Ben Thompson per un confronto a tutto campo. Durante l’incontro, il CEO ha ripercorso alcuni momenti chiave della storia della sua azienda, soffermandosi sull’epoca in cui Facebook cercava di costruire una propria piattaforma di app social integrate.
Con il passaggio dal web desktop al mobile, tuttavia, le ambizioni di Meta si sono scontrate con il muro dell’App Store. Zuckerberg non usa mezzi termini:
“Quando l’utilizzo è passato dal web desktop al mobile, Apple ha semplicemente detto: ‘Non potete avere una piattaforma dentro la piattaforma e non potete creare app che si basano sui vostri servizi’. Quella parte del nostro business, che all’epoca dell’IPO nel 2012 rappresentava circa il 20% del totale, non ha avuto praticamente futuro”.
Con queste parole, il CEO fa riferimento al periodo in cui Facebook puntava molto sull’ecosistema di app e giochi social, cresciuto in modo significativo anche grazie al web. Ma con l’arrivo di iOS e le regole sempre più rigide imposte da Apple, quelle ambizioni sono state frenate bruscamente.
Zuckerberg non nasconde il risentimento accumulato nel tempo:
“Credo che sia proprio una conseguenza delle politiche di Apple se oggi c’è una profonda amarezza, non solo per questo episodio, ma per tutta una serie di limitazioni imposte. Apple ci ha semplicemente detto: ‘Non potete fare queste cose che noi invece consideriamo valide’, e questo ha sicuramente influenzato il rapporto tra le nostre aziende”.
Si tratta di una frustrazione che molti sviluppatori condividono, ma che nel caso di Meta si è tradotta anche in cambi di strategia radicali, dettati dalla necessità di adattarsi. Alcune di queste mosse si sono poi rivelate vincenti, ma il prezzo pagato in termini di libertà progettuale è stato alto.
Nonostante ciò, Apple non è mai stata formalmente riconosciuta colpevole di comportamenti anticoncorrenziali in questo ambito. Le sue policy restano in piedi e gli sviluppatori sono costretti a convivere con regole che molti considerano ingiuste da tempo.
Leggi o Aggiungi Commenti