Tinder è l’app d’incontri più popolare al mondo e se da un lato permette a milioni di persone di incontrarsi, il risvolto della medaglia consiste in tanti profili fake, realizzati da bot per diffondere spam ma anche da persone disturbate e potenzialmente pericolose.
Tinder ha avviato negli Stati Uniti una nuova forma di verifica dell’identità per contrastare il dilagare di profili falsi, bot e impersonazioni sempre più sofisticate.
Il sistema, chiamato Face Check, è attualmente in fase di test esclusivamente in California, dove è diventato obbligatorio per tutti i nuovi iscritti.
Il funzionamento è semplice ma decisamente efficace: al momento della registrazione, l’utente deve registrare un breve video selfie direttamente dall’app, che viene analizzato da un sistema biometrico per accertare che il volto appartenga ad una persona reale e non realizzato tramite intelligenza artificiale.
In caso di esito positivo, il profilo riceve un badge verificato, visibile accanto al nome. Un simbolo che mira ad aumentare il senso di fiducia e autenticità tra gli utenti, soprattutto in un contesto dove l’identità digitale è sempre più fragile.
Face Check vs ID Check: cosa cambia?
Tinder già offre da tempo una funzione chiamata ID Check, che richiede l’invio di un documento d’identità ufficiale (carta o passaporto) per verificare età e generalità.
La novità di Face Check è che non serve caricare alcun documento: il sistema analizza direttamente il volto in movimento, utilizzando punti di riferimento facciali e tecniche AI per rilevare l’autenticità del soggetto.
Secondo quanto dichiarato, il video viene eliminato subito dopo il controllo, mentre viene conservata una mappa facciale criptata e non reversibile. Questo dato viene usato nei mesi successivi per rilevare eventuali tentativi di duplicazione del profilo.
Un approccio che punta a bloccare i cosiddetti “catfish”, ovvero profili costruiti con foto rubate ad altri utenti reali, e a prevenire la creazione di bot automatici.
Test promettenti e prossima espansione
Il sistema non parte da zero. Face Check è già stato sperimentato in Canada e Colombia, con risultati incoraggianti: gli utenti hanno segnalato un netto miglioramento nella percezione di autenticità e un calo delle interazioni con profili sospetti.
“Il Face Check serve a confermare che ci sia una persona reale, in carne e ossa, dietro ogni profilo.”
ha dichiarato Yoel Roth, responsabile Trust & Safety di Match Group, il colosso che controlla Tinder.
Il rollout californiano sarà ora monitorato attentamente, per valutare l’estensione in altri stati americani. Se l’esperimento si rivelerà efficace, è plausibile che il riconoscimento facciale diventi obbligatorio anche in altri Paesi, compresa l’Europa, per chiunque voglia iscriversi alla piattaforma.
Una svolta importante nel mondo del dating online, che potrebbe ridisegnare il rapporto tra privacy, sicurezza e autenticità nell’era delle relazioni digitali.
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