Apple ha deciso di non accettare la pesante sanzione inflitta dalla Commissione Europea e annuncia ufficialmente il ricorso contro la maxi multa da 500 milioni di euro (circa 570 milioni di dollari).
La decisione dell’azienda arriva dopo che, ad aprile, la stessa Commissione aveva contestato ad Apple la violazione del Digital Markets Act, accusando il colosso di Cupertino di aver impedito agli sviluppatori di informare gli utenti sulle opzioni di acquisto alternative disponibili fuori dall’App Store.
In una dichiarazione rilasciata a MacRumors, Apple ha definito la multa senza precedenti e ha sostenuto che vada ben oltre quanto previsto dalla legge europea.
“Oggi abbiamo presentato ricorso perché crediamo che la decisione della Commissione Europea, insieme a una multa senza precedenti, superi ampiamente ciò che la normativa richiede. Come mostreremo nel nostro ricorso, la Commissione impone regole che stabiliscono come dobbiamo gestire il nostro store, forzando condizioni commerciali che risultano confuse per gli sviluppatori e negative per gli utenti. Abbiamo adottato queste misure per evitare ulteriori sanzioni giornaliere e presenteremo tutti i fatti alla Corte”, afferma l’azienda nella nota ufficiale.
La sanzione, stabilita lo scorso aprile, nasce dalla contestazione che Apple abbia ostacolato gli sviluppatori nella possibilità di informare i clienti sulle opzioni di acquisto disponibili al di fuori dell’App Store. La Commissione Europea ha sottolineato che gli sviluppatori dovrebbero poter indirizzare i clienti verso offerte esterne, consentendo anche l’acquisto di prodotti e servizi senza dover passare per il sistema di pagamento interno di Apple. Nel provvedimento ufficiale si legge:
“Gli sviluppatori che distribuiscono le loro app tramite l’App Store di Apple devono poter informare i clienti, gratuitamente, su offerte alternative disponibili fuori dall’App Store, indirizzarli verso tali offerte e consentire loro di effettuare acquisti”.
Oltre alla multa da 500 milioni di euro, la Commissione ha imposto ad Apple di modificare le regole relative allo “steering”, ossia la possibilità di guidare l’utente verso soluzioni esterne, minacciando ulteriori sanzioni in caso di mancata conformità. Apple si è quindi adeguata alla richiesta, implementando a fine giugno i cambiamenti richiesti per evitare ulteriori penalizzazioni durante la fase di ricorso. Da ora, tutte le app distribuite negli store europei possono inserire liberamente link verso offerte disponibili al di fuori dell’App Store e proporre anche opzioni di acquisto alternative che non si appoggiano al sistema di pagamento interno di Apple.
Parallelamente, Apple ha rivisto la struttura delle tariffe applicate nell’Unione Europea, stabilendo che entro il 1° gennaio 2026 tutti gli sviluppatori UE saranno soggetti a una “Core Technology Commission”, una quota iniziale di acquisizione e una commissione per i servizi dello store. L’importo delle commissioni varierà in base al livello di servizi dell’App Store scelto dagli sviluppatori, con tariffe ridotte per chi partecipa al Small Business Program. Il nuovo sistema prevede un massimo del 20% di commissioni per la distribuzione delle app attraverso l’App Store con tutti i servizi inclusi, dieci punti percentuali in meno rispetto al precedente 30%.
La nuova struttura prevede diversi livelli di servizio per abbassare le commissioni. Gli sviluppatori che desiderano pagare meno possono optare per il livello 1, che però non include aggiornamenti automatici delle app, recensioni, suggerimenti di ricerca, funzionalità di marketing e analisi avanzate. Il livello 2, invece, offre tutti i servizi tradizionali dell’App Store. Il livello 1 è obbligatorio per tutti, mentre il livello 2 resta opzionale.
Secondo Apple, è stata la stessa Commissione Europea a imporre la necessità di offrire diversi livelli tariffari, permettendo agli sviluppatori di pagare meno in cambio di meno servizi. La Commissione avrebbe inoltre specificato quali servizi dovessero essere esclusi dal livello obbligatorio, motivo per cui funzioni come la ricerca e la navigazione sono state spostate fuori dal tier di base.
Apple ha già annunciato che la linea difensiva del ricorso punterà sul fatto che la Commissione Europea starebbe oltrepassando i limiti imposti dalla normativa, decidendo come l’azienda deve gestire il proprio business e ampliando la definizione di “steering” oltre quanto previsto dalla legge.
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