Cosa avrebbe pensato Steve Jobs se avesse visto Jony Ive — suo storico collaboratore e artefice di alcuni tra i prodotti più iconici di Apple — cedere la sua startup a OpenAI per costruire un nuovo tipo di computer?
Secondo Sam Altman, CEO della stessa OpenAI, non ci sono dubbi. Jobs sarebbe stato “dannatamente fiero” della scelta di Ive. Una dichiarazione forte, riportata da Bloomberg, che ha riacceso il dibattito su un’accoppiata che potrebbe ridefinire l’interazione tra uomo e tecnologia.
Chi conosce bene Jony Ive sa che la sua ossessione per il design non è mai stata solo estetica. È sempre stata profondamente concettuale. È lo stesso designer che, per ottenere l’effetto giusto su un semplice disegno traslucido, usava dipingere a mano il retro del foglio. Quel tipo di attenzione quasi maniacale al dettaglio non è mai scomparsa. Anzi, negli ultimi anni si è trasformata in una ricerca quasi filosofica su come la tecnologia dovrebbe farci sentire.
E qui entra in gioco OpenAI. Da una parte c’è una delle aziende più avanzate nel campo dell’intelligenza artificiale. Dall’altra, un designer capace di dare forma fisica a idee che sembrano uscite da un film di fantascienza. Insieme, stanno lavorando a un nuovo dispositivo pensato per l’era dell’intelligenza artificiale. Un oggetto che, secondo Altman, potrebbe diventare “il pezzo di tecnologia più straordinario che il mondo abbia mai visto”.
Il mercato è saturo di prodotti frettolosi, dispositivi che vogliono fare da ponte tra hardware e AI ma che sembrano solo involucri per ChatGPT. Mancano visione, profondità, qualità. E soprattutto manca qualcuno che sappia davvero costruire qualcosa di significativo. Ive, invece, ha la libertà creativa, i fondi necessari e ora anche l’accesso diretto a una delle menti più ambiziose dell’intelligenza artificiale.
In un altro universo, magari, Apple avrebbe acquisito la startup di Ive, proprio come fece con NeXT per riportare Jobs alla guida dell’azienda. Ma siamo nel 2025, e la Apple di oggi sembra ancora in ritardo sulla corsa all’AI. Per uno come Ive, che ha già dato tutto a Cupertino, restare avrebbe avuto davvero senso?
Per quanto Jobs potesse essere esigente e testardo, era anche un idealista. E davanti a un progetto tanto ambizioso — libero da vincoli, pensato per esplorare nuove frontiere — forse non avrebbe potuto che sorridere. Perché in fondo, quando si tratta di sognare in grande e sfidare tutto e tutti, Ive sta solo portando avanti l’eredità che lui stesso ha contribuito a costruire.
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